Il counseling come aiuto possibile

Alessandra Petronilli

 

Diventare ciò che si è, sviluppare il proprio potenziale, lasciar essere il proprio essere. Sono queste le sfide che il counseling umanistico-esistenziale mette al centro. La relazione di counseling è una relazione da persona a persona dove l’aiuto prende forma in un processo alla pari.

A volte, quando un cliente si rivolge ad un counselor, per risolvere una problematica che ha scelto di affrontare, si aspetta che il counselor gli dica che cosa o come fare, che esprima un parere su quanto condiviso, che dia soluzioni o giudizi. Non è questa, tuttavia, la strada che il counseling percorre, piuttosto, nella reciprocità della relazione, si osserva insieme quanto il cliente porta come contenuto problematico (o come area di miglioramento), si osserva quanto già c’è e lo si accoglie per come è. La sfida, dunque, è prendere nelle proprie mani e accettare quello che c’è, accogliersi e accettarsi per quello che si è.

La sospensione del giudizio, la fiducia nella capacità di ciascuno di disegnare nuove forme per andare oltre gli ostacoli, l’umiltà di accogliere il dolore e il coraggio di trasformare la rabbia in energia costruttiva sono alcuni dei passi che counselor e cliente possono percorrere insieme. È allora che la magia della fiducia dischiude scenari nuovi e apre possibilità precedentemente inesplorate.

Rendere possibile un cambiamento, agevolare la realizzazione di specifici obiettivi che il cliente si pone, comporta impegno, responsabilità e determinazione; più ancora, richiede (sia al cliente sia al counselor) desiderio di andare nella direzione del cuore e delle emozioni, di accogliere paure e preoccupazioni, di vedere i limiti che ci bloccano e, accanto ad essi, la forza che spinge all’azione e all’incontro.

La richiesta di aiuto e già un grande passaggio di responsabilità che il cliente sceglie per sé ed è da quel primo passo che prende forma la direzione dell’aiuto, una direzione che, in fondo, porta a scoprire che qualcosa è già cambiato.

Con Sergio Manghi è possibile affermare che ogni giorno è un’occasione per scegliere di vedere il nuovo che è già presente ai nostri occhi, un’occasione per mettere in gioco qualcosa di noi e vedere che qualcosa è già cambiato e così accorgerci della meraviglia della nostra vita:

“Questo saper vedere il nuovo «che è già presente» ai nostri stessi occhi, e che si rende visibile a condizione di «mettere in gioco qualcosa di sé», è un esercizio che abbiamo considerato a lungo prerogativa dei mistici, dei visionari e dei poeti. Ma in questo nostro «passaggio d’epoca» che chiamiamo era globale, era planetaria, postmodernità o in altri modi ancora, quell’esercizio è sempre più una necessità di sopravvivenza per tutti noi.” (Manghi S., 2004, La conoscenza ecologica; p. XI)

Diventare ciò che si è, nel counseling umanistico-esistenziale, è metafora di un cambiamento possibile dall’ordine del fare all’ordine dell’essere. La fiducia di base è che ciascuno può realizzare i propri obiettivi o portare un cambiamento nella propria vita nel momento in cui si assuma la piena responsabilità di essere quella realizzazione o quel cambiamento.

Accogliere la sfida di ciò che si desidera per sé è già incamminarsi sul sentiero del “potere personale” (Rogers C., 1977, Potere personale). Cercare o cambiare lavoro, accettare un fallimento e ridefinire le priorità, migliorare la qualità delle relazioni personali o professionali, scegliere di realizzare un proprio sogno custodito da tempo in un cassetto sono situazioni di passaggio in cui è possibile scoprire e mettere a disposizione della propria vita quelle risorse personali che a volte ci dimentichiamo di avere.

Il counseling è uno strumento e una relazione che agevola il riconoscimento delle proprie potenzialità e rende possibile un impiego concreto delle proprie risorse, partendo dal presupposto che ciascuno ha in sé quanto gli serve per realizzare il proprio cambiamento.

Il counseling non aggiunge nulla a ciò che c’è, non “insegna”, bensì rimuove gli ostacoli che costruiamo con la nostra mente. Attraverso l’incontro autentico e sincero tra counselor e cliente è possibile accorgersi che la paura nasconde coraggio, la rabbia contiene amore ed energia, il dolore può far posto alla speranza. In questo accorgersi di poter guardare oltre gli ostacoli, il cambiamento diventa possibile e la realizzazione dei propri obiettivi si mostra a giusto un passo da sé.

Last modified: 1 Maggio 2024